A Valladolid e Istanbul pubblico e privato hanno dato alla luce interi quartieri residenziali a consumo “quasi zero”. Nei lavori di costruzione del Tunnel Eurasia sotto il Bosforo, l’Unesco è intervenuta a salvaguardare la “città vecchia” senza fermare i lavori. A Londra nel quartiere di Brunswick, il pubblico è addirittura subentrato in un secondo momento in un’iniziativa di rigenerazione urbana, nata inizialmente solo come investimento privato. A Grenoble, in Francia, la costruzione del nuovo campus universitario è stata preceduta da una lunga fase negoziale che portato alla scelta del progetto migliore sotto il profilo qualitativo e dei costi.
Sono storie di successo di partenariato pubblico privato provenienti da vari Paesi europei e lontane dagli echi delle contestazioni italiane di chi considera il coinvolgimento dei privati nella realizzazione di opere e servizi pubblici solo un onere per i cittadini e un facile arricchimento per il privato. Arrivano dal quinto convegno interregionale dei Giovani di ANCE Lombardia, Liguria, Piemonte e Veneto, riuniti a Padova a Villa Italia per sostenere che la cooperazione tra capitali pubblici e privati è uno step irrinunciabile nel processo di ammodernamento del Paese.
«Sul tema dell’attrattività degli investimenti stranieri siamo ancora molto indietro, l’Italia deve necessariamente cambiare marcia: la pressione fiscale e i tempi della nostra burocrazia terrorizzano chi vorrebbe venire ad investire da noi», sostiene Gabriele Bisio, imprenditore milanese e neo Presidente dei Giovani di ANCE Lombardia, intervenuto alla tavola rotonda moderata dal giornalista economico Oscar Giannino. «In Lombardia stiamo assistente ad un fenomeno sempre più consistente di migrazione delle nostre imprese verso la Svizzera, un contesto dove trovano una pressione fiscale di poco superiore al 20% e dove la burocrazia è amica».
La crisi della finanza pubblica ha spinto la Pubblica amministrazione ad abbandonare il ruolo di operatore diretto per assumere quella di organizzatore, controllore e regolatore. Ma non mancano le ombre. «Quella di realizzare opere pubbliche o di interesse pubblico con risorse private, tramite la finanza di progetto, è un’idea sicuramente ammirevole ed abbastanza semplice sulla carta, ma che purtroppo nel contesto italiano non trova un corrispondente riscontro in termini di applicabilità», spiega Bisio. «Non bastano interventi di microchirurgia sulla disciplina; la normativa è corposa, ma ciò non aiuta a garantire gli operatori del mercato di fronte alle loro fondamentali esigenze: sostenibilità economica dei progetti, capacità di comprensione da parte degli interlocutori pubblici e certezza del diritto».
Nella foto, da sinistra: Oscar Giannino, giornalista economico, moderatore della tavola rotonda; Maurizio Federici, Dirigente DG Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia; Giovanna Quaglia, Assessore all’Urbanistica e programmazione territoriale, paesaggio, edilizia residenziale, opere pubbliche di Regione Piemonte; Luca Felletti, Vice Direttore Generale, Veneto Sviluppo Spa; Luigi Stendardo, Docente di Progettazione Architettonica e Urbana, Università di Padova; Gabriele Bisio, Presidente Gruppo Giovani ANCE Lombardia
Nella foto, Oscar Giannino con il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia