L’andamento economico del comparto edilizia e costruzioni in Lombardia nel primo trimestre 2023
Nel primo trimestre 2023 prosegue la crescita del volume d’affari delle imprese lombarde nel settore delle costruzioni, sebbene in rallentamento rispetto ai ritmi dello scorso anno: l’incremento su base annua è infatti del +10,1% dopo il +15,7% registrato nella media del 2022. Anche le nuove commesse mantengono una variazione di segno positivo (+4,3%) ma di minore entità rispetto a quanto evidenziato a fine 2022 (+7,4%).
Si conferma inoltre il “raffreddamento” dei prezzi di vendita praticati dalle imprese, con un aumento su base trimestrale pari al +4,6% dimezzato rispetto alla crescita registrata un anno prima.
Se questi dati confermano le tendenze degli ultimi trimestri, segnali contrastanti emergono invece dal clima di fiducia degli imprenditori del settore. Da un lato migliorano infatti le previsioni per quanto riguarda il volume d’affari (saldo tra aspettative di aumento e diminuzione pari a +10%) e l’occupazione (+11%), probabilmente per via dei numerosi cantieri già avviati che dovrebbero garantire elevati livelli di attività nell’immediato futuro; dall’altro peggiorano però le aspettative per quello che riguarda la domanda di nuovi lavori proveniente dai mercati privato e pubblico. In particolare, gli imprenditori si dichiarano pessimisti per quanto riguarda le ristrutturazioni (saldo pari a -9%) e il mercato residenziale (-11%), mostrando preoccupazione per gli effetti che le modifiche agli incentivi fiscali e la salita dei tassi di interesse avranno sull’evoluzione futura del settore.
Il tema del costo del denaro assume rilevanza non solo per le ricadute sul mercato immobiliare, ma anche per il peggioramento delle condizioni di accesso al credito da parte delle imprese: oltre il 70% evidenzia infatti un aggravio dei costi di finanziamento, sebbene al momento le imprese non segnalino una situazione finanziaria critica, grazie anche al processo di consolidamento degli ultimi anni.
Il settore delle costruzioni è dunque in una fase di transizione tra la spinta residua del mercato privato e le incerte prospettive a medio termine anche del mercato pubblico.
La stretta creditizia legata all’aumento dei tassi connesso alle politiche antinflattive messe in campo dall’Europa sta avendo come conseguenza, a breve termine, l’aumento dei costi di accesso al credito per gli operatori economici del settore che, tipicamente, non ricorrono all’autofinanziamento delle iniziative. Tale dinamica sta interessando anche la disponibilità delle famiglie ad investire nell’acquisto di nuove abitazioni e, più in generale, nel promuovere iniziative immobiliari.
