Approvati i nuovi strumenti di pianificazione regionale in materia di rifiuti (PRGR) e bonifiche (PRB) in attuazione delle disposizioni normative della parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152.
Con D.g.r. n.1990 del 20 giugno 2014, pubblicato sul BURL n.27 del 3 luglio 2014, la Giunta Regionale ha approvato il “Programma regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) comprensivo di Piano regionale delle bonifiche (PRB) e dei relativi documenti previsti dalla valutazione ambientale strategica (VAS)”.
Si propone di seguito una descrizione sintetica dei contenuti dei due documenti.
1) Il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR), in attuazione delle disposizioni normative della parte IV del D.Lgs. n.152/2006, coordina e indirizza il sistema regionale di gestione dei rifiuti attraverso una serie di strumenti ed azioni da mettere in atto con scenario temporale all’anno 2020. Gli obiettivi di tale Programma consistono in:
a) riduzione della produzione di rifiuti urbani;
b) raggiungimento del 67% di raccolta differenziata a livello regionale e del 65% a livello comunale;
c) recupero di materia ed energia, con priorità per il recupero di materia;
d) mantenimento dell’autosufficienza regionale nel trattamento del Rifiuto Urbano Residuo (CER 200301);
e) miglioramento dell’impiantistica regionale attraverso la promozione della ricerca, dell’innovazione e la diffusione delle nuove tecnologie;
f) strategie di gestione finalizzate alla diffusione della tariffazione puntuale, alla riduzione dei gas climalteranti, alla promozione prodotti ottenuti dal riciclaggio di rifiuti e alla lotta all’illecito.
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi è fondamentale che le Province adeguino i propri atti di pianificazione per la gestione integrata dei rifiuti e raccordino l’attività dei Comuni.
Il PRGR potrà essere aggiornato in base all’evoluzione delle normative comunitarie, nazionali e regionali, sulla base di un nuovo quadro conoscitivo basato sui dati raccolti in particolare nell’ambito del monitoraggio del piano stesso e sulla base delle esperienze acquisite. Il Programma è comunque sottoposto a revisione almeno ogni 6 anni.
Il Programma tratta diverse tipologie di rifiuti: esso si occupa della gestione dei rifiuti urbani, dei rifiuti speciali, dei rifiuti biodegradabili e degli imballaggi, descrivendone sia lo stato di fatto che gli scenari di piano per i prossimi anni, con indicazioni inerenti prevalentemente alla promozione del riciclo, alla prevenzione, alla riduzione e alla migliore gestione dei rifiuti, nonché allo sviluppo della green economy.
In merito al capito “rifiuti speciali” emerge che in Regione Lombardia l’85,1% della produzione totale di rifiuti speciali è costituita da rifiuti speciali non pericolosi mentre il restante 14,9% da speciali pericolosi.
Rispetto alla famiglia dei codici CER 17, più d’interesse per la Categoria, risulta che nel 2009 sono stati prodotti circa 8.5 ML/t di rifiuti di cui ai primi posti troviamo rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione (CER 170904 – 4,1 ML/t), terre e rocce (CER 170504 – 1,9 ML/t) e miscele bituminose (CER 170302 – 0,8 ML/t).
Per tale categoria di rifiuti gli indirizzi di Programma sono rivolti a:
– disincentivare il conferimento in discarica dei materiali inerti, intervenendo eventualmente anche con leve di natura economica (ecotassa);
– favorire lo sviluppo delle tecniche di demolizione selettiva;
– favorire impianti di riciclaggio dei rifiuti inerti che abbiano rese elevate di recupero;
– promuovere l’utilizzo di prodotti da riciclaggio di inerti nella realizzazione di opere pubbliche;
– promuovere attività di ricerca e sviluppo in materia di: prevenzione e riciclaggio dei rifiuti inerti, sviluppo di standard qualitativi dei prodotti derivanti dai rifiuti inerti e nuove destinazioni d’uso dei materiali riciclati;
– intervenire sul rilascio delle agibilità edilizie prevedendo che venga presentata obbligatoriamente la documentazione che attesti il regolare conferimento dei rifiuti (copie dei formulari di identificazione del rifiuto, dichiarazioni degli impianti sulle quantità ricevute dalle singole unità locali, ecc.).
Tuttavia, solo recentemente la problematica delle corretta gestione di questi flussi di rifiuti ha assunto rilevanza nella pianificazione delle Pubbliche Amministrazioni ai diversi livelli istituzionali. Il settore della gestione dei rifiuti da C&D sembra, difatti, possedere una nuova dimensione che permette di ipotizzare un’organizzazione industriale di scala adeguata alle dimensioni dei flussi. A ciò deve aggiungersi anche un apprezzamento nuovo da parte degli operatori economici, singoli e associati, che iniziano a constatare come il riciclaggio degli inerti può rappresentare sia un’attività rispondente a criteri economici di gestione vantaggiosa, che una valida alternativa di integrazione e/o diversificazione delle proprie attività primarie.
I dati riportati nel documento rilevano, infatti, che la principale destinazione dei rifiuti da C&D è il recupero di materia, tant’è che gli impianti di trattamento sul territorio lombardo risultano essere molto diffusi nonché sufficienti per gestire tutte le quantità conferite a recupero.
La stessa cosa non si può invece dire per altre categorie di rifiuti quali, ad esempio, l’amianto, rispetto alla quale il Programma detta i seguenti indirizzi:
– favorire iniziative per la rimozione e raccolta di rifiuti contenenti amianto;
– garantire sul territorio lombardo una capacità impiantistica adeguata, in primo luogo di discariche, in quanto tecnologia sicura e consolidata di smaltimento;
– favorire la ricerca scientifica, lo sviluppo e la sperimentazione di tecnologie di recupero alternative allo smaltimento in discarica;
– sensibilizzare i proponenti di impianti perché riservino volontariamente una parte della capacità autorizzata a rifiuti di provenienza lombarda e perché si convenzionino con gli enti locali vicini all’impianto per prezzi ridotti riservati al conferimento di rifiuti della zona;
– informare i cittadini sui rischi della permanenza negli edifici di manufatti contenenti amianto, nonché sulle norme e sulle caratteristiche degli impianti di smaltimento, favorendo trasparenza e partecipazione.
Per ciò che riguarda, in generale, gli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, Regione Lombardia ha definito dei criteri per l’individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione di tali impianti. A tal riguardo, viene precisato che le istanze di modifiche e varianti saranno assoggettate ai criteri localizzativi solo quando rientranti nella definizione di “modifica degli impianti esistenti”.
Nel caso, invece, di richieste di rinnovo di autorizzazioni delle tipologie impiantistiche ubicate all’interno di aree caratterizzate da criterio localizzativo escludente, le Autorità competenti al rilascio del rinnovo verificheranno la definizione di possibili interventi di mitigazione delle eventuali criticità connesse al permanere dell’esercizio degli impianti in queste aree.
Rispetto, infine, alla tematica della Green Economy è intenzione di Regione Lombardia proseguire con la promozione e la messa in atto di processi di produzione sostenibili tali da coinvolgere, in particolare, le piccole e medie imprese dei settori chiave, anche mediante la messa a disposizione di incentivi che premino la maggior efficienza nell’uso delle risorse naturali e la minor produzione di rifiuti.
E’, altresì, d’interesse procedere con l’applicazione delle norme sul Green Public Procurement (GPP) e sulla marcatura dei prodotti, accrescendo, di conseguenza, la domanda di beni e servizi ad alto valore ambientale, così da rafforzare il posizionamento degli operatori della Green Economy.
2) Il Piano Regionale delle Bonifiche (PRB) delle aree inquinate rappresenta lo strumento che, partendo dalla situazione attuale, permette di configurare in prospettiva strategica misure e azioni in grado di affrontare e superare le criticità correlate alle situazioni di contaminazione in atto e di evitare per quanto possibile, in applicazione dei principi comunitari di precauzione e di prevenzione, il verificarsi di nuove contaminazioni.
In coerenza con la necessità di disporre di informazioni aggiornate e attendibili, il Piano prevede la razionalizzazione delle banche dati sulle bonifiche, con la collaborazione degli Enti locali e dell’ARPA. Verrà quindi costituita una Anagrafe, accessibile a tutti tramite portale web, per la conoscenza aggiornata delle situazioni in atto e la diffusione delle informazioni, al fine raggiungere un pubblico più vasto rispetto agli operatori pubblici e privati interessati. Tale dispositivo conterrà informazioni riguardanti l’identificazione del sito, la caratterizzazione ed il livello degli inquinanti presenti, i soggetti cui compete l’intervento di bonifica, gli enti di cui la Regione intende avvalersi per l’esecuzione d’ufficio in caso di inadempienza dei soggetti obbligati, lo stato dell’iter amministrativo e la stima degli oneri finanziari.
Nello scenario di piano, l’azione regionale sarà estesa all’intero elenco dei siti contaminati classificati nell’Anagrafe, aggiornato al 31 dicembre 2012, passando pertanto dai 168 siti (contaminati e potenzialmente contaminati) inclusi nel Piano 95 e nei Piani stralcio 2004 e 2008, a circa 2400 siti (contaminati e potenzialmente contaminati).
Rilevante è quindi l’attenzione dedicata nel Piano non solo ai siti contaminati ma anche a quelli potenzialmente contaminati, tesa a prevedere azioni di stimolo nei confronti dei soggetti interessati, e dei Comuni in sede sostitutiva (attraverso la stipula di protocolli d’intesa), per garantire la bonifica o comunque la messa in sicurezza dei siti stessi.
Il Piano di Bonifica contribuisce, difatti, all’attuazione della politica di protezione del suolo prevalentemente attraverso le seguenti azioni:
– sviluppo delle conoscenze sulla qualità dei suoli;
– sviluppo delle conoscenze sulle aree contaminate e potenzialmente contaminate;
– promozione del recupero delle aree degradate;
– incentivazione alla riqualificazione delle aree contaminate tramite azioni di marketing territoriale.
Sotto il profilo della scelta della destinazione dei fondi regionali destinati alle bonifiche, fermo restando il rispetto delle norme di legge e regolamentari vigenti, il Piano si è avvalso, e si avvarrà per i futuri aggiornamenti, dell’utilizzo di metodologie in grado di operare una selezione delle diverse situazioni sulla base dei potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute pubblica, fornendo un importante strumento per valutare la pericolosità della contaminazione e per rendere trasparente la scelta compiuta.
La procedura per la definizione delle priorità d’intervento ha consentito, pertanto, la formazione della graduatoria regionale in funzione del rischio ambientale valutato rispetto a tutti i siti contaminati.
Lo scenario di piano prevede, quindi, attualmente, la riqualificazione ambientale e urbanistica di 30 aree contaminate (elencate nell’Allegato 12), mediante la definizione delle azioni di riconversione da attuare contestualmente alla bonifica. Le priorità di attuazione per le predette aree sono state individuate in base alla loro potenzialità di riqualificazione.
Per quanto riguarda le acque sotterranee, il Piano disciplina il dovuto coordinamento con la pianificazione di bacino e regionale in materia di acque, al fine di evitare la sovrapposizione di attività e per concorrere al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla indicata pianificazione, mettendo l’accento in particolare sulle attività di prevenzione della contaminazione delle matrici ambientali.
Lo scenario di piano prevede, inoltre, azioni per il risanamento delle acque sotterranee, con definizione dei criteri di ammissibilità ai finanziamenti per i plumes di contaminazione e per le aree a inquinamento diffuso.
Il Piano pone, infine, l’accento sulla necessità di adottare tecniche di bonifica che comportino il minore impatto sull’ambiente, sottolineando l’esigenza di prevenire la produzione di rifiuti e di favorire il recupero, il riutilizzo e il trattamento in situ dei materiali e dei rifiuti provenienti dall’attività di bonifica, in coerenza con le priorità stabilite dalla normativa comunitaria e nazionale.
A tale fine, il Piano, oltre a indicare le modalità di organizzazione e di diffusione delle informazioni sulle migliori tecniche disponibili, promuove la sperimentazione di tecniche innovative, sia mediante la partecipazione della Regione a progetti comunitari, nazionali e regionali che hanno l’obiettivo di valutare tali tecniche, sia mettendo a disposizione, nei siti contaminati con interventi di bonifica oggetto di finanziamento regionale, zone in cui effettuare la sperimentazione stessa.
Sul sito di ANCE Lombardia (www.ance.lombardia.it) è possibile consultare il testo delle le Norme Tecniche di Attuazione sia del Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti che del Programma Regionale di Bonifica delle aree inquinate.
La restante documentazione è scaricabile dal sito internet di Regione Lombardia seguendo il seguente percorso:
www.reti.regione.lombardia.it / rifiuti / pianificazione / pianificazione regionale rifiuti / nuova pianificazione 2014-2020.